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Il metodo prima dell’esercizio

Con l’avanzare dei tempi e lo sviluppo delle ultime tecnologie, ormai siamo in grado nel giro di pochi secondi di scaricare sul nostro smartphone paginate con centinaia di esercizi adatti ad una scuola calcio. Ma allora tutti sono in grado di diventare bravi istruttori!? Che differenza c’è tra un mediocre istruttore e uno molto bravo? Se tanto abbiamo la possibilità di accedere a migliaia di contenuti…

A volte i modi sono più importanti dei contenuti. Nel nostro caso, cioè nel mestiere dell’istruttore (anche se preferirei definirla una passione), il metodo che adottiamo per insegnare il gioco del calcio è fondamentale. Quando parlo di metodo intendo proprio il nostro modo di comportarci nei confronti dei bambini, come correggiamo i loro errori, in quale modo cerchiamo di far apprendere loro un concetto chiave, ecc.
E’ proprio questa la caratteristica di un bravo mister: riuscire a far apprendere in modo naturale e anche divertente i concetti chiave del gioco del calcio, sapere quando dover intervenire per correggere un errore, avere un atteggiamento che risulti stimolante per i bambini ed essere un buon educatore.

Non è facile riuscire ad interpretare questi diversi ruoli insieme. Per far si che i bambini apprendano i nostri insegnamenti divertendosi è necessario creare un ambiente familiare e sano, all’interno del quale i bambini stiano bene tra di loro e con il loro allenatore. E questo viene prima di qualsiasi esercizio.

l'istruttore

 

 

Se ci accorgiamo che i nostri bambini sono chiusi, non si divertono, e volentieri saltano allenamento.. beh, allora consiglio di fare marcia indietro e provare un altro approccio con i vostri allievi. Perché certamente ciò che proverete ad insegnarli lo dimenticheranno in breve tempo, anzi, cercheranno di ostacolarvi in tutti i modi comportandosi male e “remandovi” contro. Soprattutto quando abbiamo di fronte a noi certe tipologie di carattere è utile riuscire a “portarsi dalla propria parte” i soggetti in questione. Non li stiamo fregando, lo facciamo per il loro bene e per il bene della squadra. E anche un po’ per il nostro bene: vedrete che ci faciliterà i compiti e limiterà i richiami di tutti.

Tante volte ci capita di osservare professionisti all’opera con esercitazioni molto belle e valide e pensare: “questo esercizio lo propongo ai miei pulcini il prossimo allenamento”.
Giusto. Ma ricordiamo che l’esercizio conta solo per un 30%, la vera differenza la fanno il modo in cui vi proponete verso i ragazzi, come correggete i loro errori e la voglia che hanno di imparare (che dovreste avergli trasmesso nei mesi precedenti).

Consiglio di partire dalle basi – e cioè dalla vostra metodologia – prima di costruire grandi esercitazioni complesse (e magari anche didatticamente perfette) che senza le fondamenta, crolleranno.