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La contraddizione dell’autoarbitraggio

E’ ormai una regola affermata nella categoria dei Pulcini, c’è chi lo esalta e chi lo ritiene una sciocchezza: stiamo parlando dell’autoarbitraggio. Sfogliando la Guida tecnica per le scuole di calcio, che la Federazione distribuisce agli istruttori che completano il corso di base, nella sezione riguardante l’arbitro-dirigente si possono leggere queste parole:

“Bisogna sempre ricordare che una partita giocata dai piccoli amici, pulcini, esordienti serve per rinforzare le conoscenze dei bambini sul calcio e sulla regolamentazione del gioco; quindi è parte di un contesto di apprendimento. Lo scopo è di creare un contesto, la partita di calcio, in cui siano ben definite regole e ruoli di ciascuno, arbitro, istruttore, giovani calciatori, dirigenti, cercando di condividere i comportamenti, ognuno nel rispetto dei propri ruoli.”

Alla luce di queste parole, mi chiedo: ma non sarebbe più opportuno insegnare ai bambini a rispettare un arbitro che deve decidere e quindi può sbagliare?

Tralasciamo il fatto che non sempre viene messa in pratica la regola dell’autoarbitraggio: in molte occasioni mi è capitato di andare a giocare in campi dove le società hanno preferito giocare con l’arbitro “di ruolo”, in altre circostanze invece capita che ci sia un apparente arbitro a bordo campo, ma che in realtà non svolga bene il suo ruolo, e così via..
Concentriamoci su un ipotetico autoarbitraggio perfetto.

E’ vero, e personalmente sono anche d’accordo, sul fatto che l’autoarbitraggio possa sensibilizzare i bambini sulla figura dell’arbitro, possa far capire loro quanto difficili possano essere le decisioni che un direttore di gara deve prendere, possa servire a stimolare il fair play e il senso del gioco, ecc.
Dall’altra parte però, come ci suggerisce il manuale, tutte le partite servono unicamente a preparare i giovani calciatori al gioco del calcio, e il tale gioco prevede un arbitro, come regola. Perciò perché togliamo una regola che, al contrario, sarà sempre presente nel futuro? Se è vero che bisogna allenare riproducendo il più possibile le situazioni di gara, allora è vero che dobbiamo mantenere la figura dell’arbitro per restare il più fedeli possibili alla partita “vera”.
Le regole del calcio le sanno molto bene i bambini, come gli adulti, e inoltre ci sono anche gli istruttori che devono insegnare la regolamentazione.
Tecnica, regole ma sopratutto educazione, quindi rispetto dei ruoli, quindi insegnare ai propri ragazzi che una persona può sbagliare, e si deve accettare. E’ questo, secondo me, l’aspetto più importante.

Penso che il modo del calcio giovanile sia diviso su questo, e probabilmente è anche normale che sia così. Il problema di fondo sono sempre gli adulti, che creano un contesto di estrema competizione e ricerca della vittoria a tutti i costi, il quale rende certamente meno facile per i bambini accettare una decisione sbagliata dell’arbitro. Ma riguardo ciò, non credo che ne verremo mai a capo, purtroppo.
Noi facciamo il nostro: educhiamo i giovani calciatori. E qualcuno prima o poi, penserà ad educare anche gli adulti (compresi certi istruttori!).